Abbiamo pensato di riunire alcune tra le designer italiane indipendenti più in vista che hanno lavorato i nostri filati e, in alcuni casi, hanno creato dei modelli ad hoc per noi, per chiedere loro cosa amano di Lanecardate. Rigorosamente in ordine alfabetico, ecco cosa ci hanno risposto.
Valentina Cosciani, il cui blog ospita spesso consigli di moda e i cui modelli, che abbiamo già avuto il piacere di segnalare qui, hanno sempre un taglio sobrio ed elegante, “Di Lanecardate amo la raffinatezza, l’eleganza; non solo nelle fibre nobili come il cashmere ma anche lane generalmente più ruvide e rustiche, possiedono un certo ‘non so che’ che le rende irresistibili. In ogni gomitolo una piccola coccola“.
Annalisa Dione, nota anche su Ravelry come Marsicanusbear, co-fondatrice del Collettivo maglia 198 e creatrice di capi e accessori unisex dal taglio molto pulito, ci dice: “Ciò che più mi piace di Lanecardate handknitting è il fatto che producono filati goduriosi con un occhio alla tracciabilità e quindi all’ambiente e alla salute“.
Emma Fassio, una star del design italiano indipendente a maglia, si sbilancia sui suoi preferiti: “Colori e fibre affascinanti, che mi hanno ispirato alcuni modelli o progetti: i miei preferiti, Lamora e Donegal, filati che ho amato e mi hanno colpito per la loro composizione e resa“.
Tocca ora a Maria Modeo, Round su Ravelry, designer con un penchant per scialli e cappellini (ci ha fatto l’onore di disegnarne uno per il nostro Donegal) : “Ho gia provato con interesse alcuni filati, come Donegal, rustico e adatto a capi maschili, e il Camel che sto usando in una lavorazione a pizzo. Sembra interessante il gioco tra la modernità del logo e delle fascette, e il gusto quasi retrò dei filati“.
Veruska, designer e redattrice che ha recensito per il portale maglia-uncinetto il nostro Nanna in modo entusiasta, ci dice: “Quello che mi piace dei loro filati è la matericità, sono morbidi ma consistenti al tatto, rispetto a tante lane vuote e senza corpo che si trovano in giro. Inoltre, sono d’accordo con Annalisa, ormai la tracciabilità del filato è qualcosa di fattibile e che tutte le filature dovrebbero essere in grado di fornire”.
Natascia Sartini, che ha avuto un’anteprima della nuova collezione, ci dice, facendoci arrossire: “Donne con la D maiuscola che lavorano con passione e che credono in quello che fanno“.
Alice Twain, che ha appena pubblicato Bariolino, un grazioso cappellino fatto con un solo gomitolo di Donegal: “Sono filati fatti a forma di filati, che non vogliono cercare l’effettaccio a poco prezzo. La loro classicità, una tradizionalità comunque molto contemporanea, li rende un materiale multiforme e perfetto per creare con pochissimi vincoli“.
Un pensiero su “Le Lanecardate della tavola rotonda”
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